Strategia del "Non ci devo pensare"

Strategia del "Non ci devo pensare"


Siamo soliti cercare di fronteggiare gli stati ansiosi ripetendoci più volte la frase: “no, non ci devo pensare, passerà”,  credendo che questa strategia possa aiutarci nel gestire la nostra ansia.

Questa è una delle tante strategie “disfunzionali” (non parliamo di buone o cattive, giuste o sbagliate, perché ognuno di noi ha una sua propria idea di cosa sia giusto o sbagliato e buono o cattivo ma utilizziamo appositamente la parola “disfunzionale” per indicare una modalità di pensare non funzionale al raggiungimento dei nostri obiettivi: stare bene),  che utilizziamo per sentito dire o per averla appresa in altri momenti della nostra vita per gestire le nostre ansie e preoccupazioni.

Il risultato non è però quello atteso infatti più ci ripetiamo non ci devo pensare, più la situazione temuta continuerà a sostare nella nostra testa e a preoccuparci ad es: “Non devo pensare che mi sentirò male mentre sto guidando” e più continuerò ad essere concentrato su questo pensiero, nella speranza di controllarlo ed eliminarlo dalla mia testa, più lui continuerà ad esser presente facendoci provare disagio ed ansia.

Il lavoro terapeutico è incentrato sulla comprensione delle problematiche espresse dal paziente e un ruolo fondamentale in tal senso è stato svolto dall’utilizzo dello strumento ABC per mettere in evidenza i pensieri, soprattutto quelli disfunzionali centrali nell’insorgere e nel mantenimento del disagio.

Un primo strumento utilizzato in psicoterapia cognitiva per “allenarci” ad individuare i pensieri disfunzionali è quello dell’ABC. Per ora mi limiterò ad utilizzarlo come esempio per evidenziare meglio il concetto espresso pocanzi, mi riservo in un altro art di parlare in modo più approfondito dello strumento in oggetto.
 
 
Alcuni ABC svolti da un paziente come homeworks
 

A’ B’ C’
Sono a casa Però c’è qualcosa che non va nello stomaco
Inferenze:
Oddio arrivo in ritardo
Mi verrà sicuramente mal di pancia
Non arrivo al lavoro in orario oddio come faccio??
No, devo resistere, non penso, non ci devo pensare alla pancia, deve passare, passerà!
Tiro dritto e vado diretto in macchina
Valutazione:
se arrivo in ritardo è una tragedia
 
Emotivi:
Ansia
Stato di agitazione
Fisiologici:
fitte alla stomaco
testa vuota
sudorazione

 
  

A’ B’ C’
Esco di casa ed entro in macchina Oddio sento che devo andare in bagno
Inferenza:
E se non riesco ad arrivare in tempo al lavoro, ho le chiavi dell’azienda devo aprire io!
Oddio sto male, devo andare in bagno non resisto devo tornare a casa
 
Corro verso casa e vado in bagno
Uff.. ora sto meglio
 
Ansia
 

 

A’’ B’’ C’’
Ansia E se mi fosse capitato per strada?
Se non avessi fatto in tempo a tornare a casa?
Che figura di merda avrei fatto?
 
Valutazione:
è una tragedia
 
Vergogna
tristezza
 

   
Uno dei primi obiettivi in terapia è aiutare il paziente a concettualizzare che sono i suoi pensieri, soprattutto quelli disfunzionali uniti alle strategie di soluzione che egli mette in atto a determinare e mantenere gli stati emotivi che gli provocano disagio e lo fanno star male creando come si vede dall’esempio del modello dell’ABC il secondario, cioè il problema del problema e le strategie messe in campo non aiutano ma diventano dei fattori di mantenimento del problema mettendo il paziente in una situazione di stallo e di blocco.

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Il mio compito in questa fase è accogliere la persona con il suo marasma emotivo, cercando di metterla a proprio agio, creando intorno a lei un clima di serenità e accettazione per i propri vissuti e per le proprie emozioni.

Antonio Di Sabato - MioDottore.it

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